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Las medidas antivirus dentro del Vaticano.

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Vaticano, il piano anti-contagio: il Papa costretto a restare a Santa Marta

Controlli per evitare affollamenti prima dell’Angelus: no acqua santa e fedeli distanti

ROMA. In Vaticano nel 2003 contro la Sars le misure anti-epidemia furono «discrete e prudenti per non alimentare la psicosi», racconta l’allora ministro italiano della Salute, l’ematologo Girolamo Sirchia. Stavolta, invece, in pieno allarme coronavirus, si è deciso di badare più alla sostanza che alla forma. E così il nuovo pacchetto di provvedimenti, rispetto all’emergenza sanitaria di 17 anni fa, risulta «ragionevolmente più rigido, precauzionale e restrittivo», soprattutto «a fronte di una contagiosità del virus potenzialmente superiore», osserva Sirchia.

Il piano scattato nei sacri palazzi prevede, infatti, una distanza di sicurezza di almeno due metri tra una persona e l’altra in fila ai metal detector degli ingressi su piazza San Pietro. E ancora: acquasantiere vuote nella basilica vaticana, dispenser con gel igienizzante per le mani negli Uffici permessi che monitorano i varchi d’Oltretevere.

Alle disposizioni già in vigore da alcuni giorni, si sono aggiunte ieri quelle introdotte per l’Angelus. Un rafforzamento della linee guida all’insegna della cautela. Una delle prime applicazioni pratiche si è vista proprio agli ingressi a piazza San Pietro. I controlli all’Angelus sono stati effettuati uno per volta, mantenendo per i fedeli la distanza di un paio di metri l’uno dall’altro. Sarà così anche nelle chiese con i posti da occupare nei banchi già assegnati con un metro di distanza tra le persone. In Vaticano gli addetti alla sicurezza, che incanalano e filtrano i pellegrini lungo due distinte fasi di controlli, hanno il compito di evitare assembramenti e calca. Infermieri e medici di guardia sono in servizio in Vaticano per l’assistenza immediata negli ambulatori della Direzione Sanità e Igiene qualora alle celebrazioni religiose si manifestino sintomi riconducibili al coronavirus.

«Le procedure sono state concordate con il dicastero della Salute italiano», dichiara la Santa Sede. «Finora non è stata rilevata alcuna positività al coronavirus – spiega il portavoce vaticano, Matteo Bruni -. La Direzione Sanità è in costante contatto con la Regione Lazio e la task force ministeriale. Seguiranno ulteriori raccomandazioni che ci verranno fornite». Proprio in ottemperanza alle disposizioni delle autorità italiane, gli eventi previsti in luoghi chiusi e con afflusso rilevante di pubblico vengono sistematicamente rinviati.

L’udienza generale del mercoledì è stata spostata dall’Aula Paolo VI a piazza San Pietro. L’incontro programmato a fine marzo ad Assisi fra il Papa e i giovani economisti è stato rinviato a novembre. E ieri per Francesco niente ritiro quaresimale ad Ariccia, alla Casa del Divin Maestro. La partenza era prevista nel primo pomeriggio ma il Pontefice, a causa del raffreddore che lo ha colpito da 4 giorni, è costretto a restare a Casa Santa Marta, dove seguirà le meditazioni. Francesco continua ad essere influenzato. Più volte, all’Angelus, si è dovuto interrompere a causa della tosse.

L’evoluzione del complesso quadro legato alla diffusione del coronavirus, quindi, ha indotto le autorità vaticana ad alzare il livello di cautela e, per esempio, sono state annullate conferenze di cardinali negli atenei pontifici.

Anche la Cei «sta collaborando in pieno con le autorità» per arginare il contagio. In molte diocesi lombarde, venete e piemontesi, niente messe e oratori chiusi. Celebrati funerali e matrimoni, ma alla presenza dei soli parenti stretti. Le Caritas tengono aperti gli ostelli per i senza tetto e i centri d’ascolto, mentre nelle mense il pasto caldo viene distribuito evitando di concentrare le persone in un’unica sala. Domenica 23 febbraio per la messa papale a Bari in tanti si aspettavano una piazza vuota per il rischio epidemico e invece in 40 mila hanno partecipato senza particolari misure. In una settimana il livello di allerta è cresciuto.

Autor: loiolaxxi

periodista, jesuita, bloguero, profesor, jubilado

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